Stamattina Clementina mi ha mostrato un disegno che ha fatto per me. C’era un uccellino nero, forse un corvo, nel mezzo. “Che bell’uccellino, le ho detto”, e lei mi ha risposto seccata: “Ma papà, il disegno non è il corvo, ma il cielo!”. In effetti il disegno era tutto azzurro con il sole e belle nuvole, ma io mi ero concentrato su quello che mi sembrava il soggetto principale. Racconto questo aneddoto perché mi sembra che sia una metafora della nostra vita. Penso a quello che leggiamo tutti i giorni sui social network: un singolo evento nero o un’accusa urlata più forte raccoglie più attenzione, commenti e like di mille atti di generosità e d’attenzione. Anche io tendo a additare singoli comportamenti incivili o accusare il prossimo e spesso ignoro la luminosità sorridente di tante scelte coraggiose. È diventato normale elencare tutte le amarezze dell’esistenza e ignorare la bellezza, le gioie e le persone che pure accompagnano la maggior parte dei nostri giorni. Il nostro pensiero si fissa con più facilità sul singolo corvo nero che non sulle distese di azzurro e di luce del cielo. Certo, non si deve essere così ottimisti o ingenui da ignorare gli eventi che fanno indignare, ma neppure è giusto considerare come marginali la meraviglia del sole o della natura, lo stupore del sorriso dei nostri bambini, il fascino dell’intelligenza, il calore dell’amore. Il sì è più forte del no. E su questa linea vorrei aggiungere un’altra nota. Anche nel bene può, alla stessa maniera, funzionare lo stesso messaggio: un singolo eroico pettirosso da combattimento (citando De Andrè) attira tutta l’attenzione, facendo dimenticare che è altrettanto importante il tenue filo di luce che percorre tutte le giornate di un genitore dedicato alla sua famiglia o di chi come voi si dedica quotidianamente al prossimo. C’è un eroismo quotidiano che non fa suonare le trombe davanti a sé, ma che ha in sé una grandezza altrettanto importante. Per concludere torno al disegno di Clementina: sia l’uccellino sia le nuvole si librano nel cielo, ma la differenza è netta: l’uccellino sceglie la traiettoria, naviga contro il vento opponendogli il suo petto; la nuvola, invece, è sospinta da ogni corrente d’aria. La domanda che mi pongo: e noi come siamo? Siamo uccellini liberi e sicuri o nuvole agitate da ogni brezza e variabilità? Occorre imparare a trasformare il destino in destinazione, imparare ad avere visione, saper cogliere le occasioni e sapersi adattare. Perché non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro ma con occhi curiosi, spalle forti e cuore aperto possiamo arrivarci strutturati. Buon Natale a tutti!
Risorsa: questa è la voce che certamente userà l’amministrazione comunale pensando a questa struttura, per classificarla, catalogarla. Per il comune, per Segrate centro, per tutta la città di Segrate, Casa Mamre sarà certamente una preziosa risorsa nella vasta e complessa area del socioculturale. Un’area nella quale sempre la domanda di prestazioni e servizi è costantemente superiore alla disponibilità, qui a Segrate e non solo a Segrate, anzi quasi dappertutto. Solo paesi di grande prosperità e contemporaneamente di grande sensibilità sociale come sono o furono alcuni stati del nord-Europa sembrano aver raggiunto la capacità di offrire servizi sociali e socioculturali sufficienti a rispondere alle esigenze delle loro popolazioni. Ma anche in queste nazioni di diffusa agiatezza ci viene raccontato che crescono le difficoltà nel far fronte alle vecchie e nuove povertà e criticità. Segrate è in un’area di benessere nel quadro nazionale. Lo dicono alcune statistiche che ci pongono tra i comuni italiani a maggior reddito pro-capite. Eppure anche qui le risorse a disposizione sono sempre assolutamente insufficienti per fare fronte a molte richieste sociali. Non mi riferisco solo alle più drammatiche: la casa, il pasto quotidiano, il lavoro, l’assistenza alla persona, l’accoglienza di emergenza. Mi riferisco anche a un altro tipo di richieste meno urgenti ma sempre molto importanti: quelle che necessitano di uno spazio di ascolto oppure di luoghi dove stare insieme ad altre persone, dove coltivare interessi, dove trascorrere il tempo libero. Per questo tipo di richieste a Segrate c’è sicuramente molto: ci sono i nostri centri civici e soprattutto c’è la grande quantità di iniziative nel mondo del volontariato che assicura l’apertura di spazi e l’offerta di innumerevoli servizi. Nell’area di volontariato sociale, il ruolo delle nostre parrocchie è da sempre grande e insostituibile. Penso al ruolo delle Caritas e alle molte iniziative di solidarietà e sostegno, penso all’oratorio domenicale ed estivo, al movimento terza età, all’Oftal, alle ACLI, alla disponibilità dei nostri parroci anche di fronte a richieste importanti e urgenti. C’è sempre chi, in un eccesso di laicismo, ci rimprovera di avere troppa attenzione alla collaborazione con il mondo cattolico rappresentato principalmente dalle parrocchie, ma non solo: ci sono le scuole d’infanzia, le associazioni. A queste critiche io rispondo che quello che la comunità segratese riceve dalle parrocchie e dal volontariato cattolico è veramente tanto, tantissimo, e in molti casi rappresenta un sostegno importante all’amministrazione locale nell’ambito dei servizi e delle prestazioni socioculturali. Per questo, anche per questo, in qualità di sindaco, applaudo all’apertura di casa Mamre, di questo centro di servizi che riprende e estende quelli già pre-esistenti qui in parrocchia ed assicuro, anche in ragione di quello che ho qui brevemente detto, l’attenzione e il sostegno della amministrazione comunale, oltre che il mio personale.
Come promesso torno nei quartieri con la mia bella squadra di assessori, per confrontarmi con i segratesi sui temi che li riguardano più da vicino. Dopo il caffè a colazione, ci prenderemo insieme un aperitivo nel tardo pomeriggio, dalle ore 18.30. Iniziamo questo giovedì 17 ottobre, ospiti del Garage Beer di San Felice. Il confronto diretto senza filtri è sempre importante e apprezzato. Di seguito le altre date, ma sarà mia cura avvisarvi per tempo di volta in volta.
🍹 Martedì 22 ottobre saremo a Segrate Centro, al Ventidue Coffee bar di via Roma 20/C 🍹Giovedì 31 ottobre al bar di Cascina Commenda con i residenti del Villaggio Ambrosiano e di Rovagnasco 🍹Giovedì 7 novembre saremo ospiti dell’Happy Bar in via Borioli 22 a Lavanderie 🍹Giovedì 14 novembre saremo Milano 2, al No-Fly Zone della Residenza Ponti 🍹Giovedì 21 novembre torniamo a Redecesio al Biba Bar di via Emilia 18 🍹Giovedì 28 novembre saremo al centro civico di Novegro in via Dante Alighieri
Un ringraziamento speciale ai proprietari dei locali che ci ospiteranno.
Fare il sindaco, a Segrate in particolare, è un compito molto complicato, ma penso che fare il parroco lo sia ancora di più.
Ho la fortuna di essere amico di molti sacerdoti, tutte persone straordinarie, che ammiro, e mi sono reso conto di quanto sia impegnativa la loro missione di vita. Non solo sono, sorretti dalla fede, esempi di vita cristiana (e noi peccatori sappiamo quanto sia difficile seguire la retta via), ma se hanno ricevuto l’incarico di una parrocchia devono essere anche molto altro.
Don Stefano ha saputo comunicare il messaggio evangelico e ancor più ha saputo ascoltare, accogliere, insegnare. Come gli altri parroci ha dovuto essere anche un amministratore, organizzatore, interlocutore delle istituzioni. Come prevosto di Segrate ha avuto anche il compito di coordinare gli altri parroci cittadini. Don Stefano in questi tredici anni che ha dedicato alla nostra città ha fatto tutto questo con sorridente energia, con pacato convincimento. Ho per lui affetto e rispetto e sono grato per la simpatia di cui mi ha sempre onorato.
Il rilancio della festa di San Rocco e la straordinaria rivitalizzazione dell’oratorio estivo sono i fatti concreti e consolidati del suo entusiasmo pastorale. Il progetto della casa Mamre, che lascia da completare al suo successore, luogo di servizi e di accoglienza, è un segnale forte del suo coraggio e della sua cristiana determinazione. Soprattutto lascia una comunità che si raccoglie intorno alla parrocchia e un gruppo di animatori e operatori pastorali che in don Stefano hanno trovato una guida ammirevole e indimenticabile.
A don Stefano il mio plauso e il mio ringraziamento.
Il 24 maggio di 4 anni di usciva Laudato Si’, la seconda e forse più importante enciclica di Papa Francesco. “La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare“: sono passati 4 anni da quando abbiamo letto queste parole e bisogna riconoscere che c’è ancora moltissimo da fare per cercare serenità e felicità per noi ed un mondo migliore per tutti. Per la verità in quest’epoca mi accontenterei anche solo di un’inversione di tendenza e, dunque, di un mondo meno peggio di quello attuale. Oggi la sensazione è che tutti si limitino a pretendere che altri facciano, ma che non siano disposti a muovere un solo dito. Giudicano e sbraitano su tutto e non si mettono mai in gioco. Così è davvero difficile costruire una comunità migliore. Anzi ci rifugiamo più o meno tutti in un individualismo sfrenato isolandoci dietro gli schermi dei nostri cellulari. In fondo non ci vorrebbe molto per migliorare. Basterebbe che ciascuno si facesse carico della propria parte di responsabilità e le cose potrebbero cambiare davvero. Basterebbe che ciascuno si sentisse un cittadino attivo e si comportasse di conseguenza. Basterebbe, per dirla in breve, che ognuno di noi imparasse un po’ di più a dialogare, con semplicità, senza clamori, ma con la convinzione e la consapevolezza di compiere quello che è un vero e proprio dovere: dialogare serve per capire che noi siamo parte di una comunità. La comunità, nel mio caso, di Segrate.
In questi anni i messaggi di Papa Francesco indirizzati alla politica sono stati davvero straordinari nella loro essenzialità. Ha utilizzato spesso il termine piazza per indicare la comunità, la collettività. E’ un bel termine che mi richiama sia il piacere che la difficoltà che ognuno di noi prova nello stare nella piazza, con la gente, con i propri vicini di casa. Il piacere di salutare, chiacchierare, ascoltare che ci capita anche solo camminando per strada o quando ci troviamo in un momento di festa, un incontro. La difficoltà è quella di parlare con gli altri. Ma c’è anche la difficoltà di ascoltare davvero, di capire, di condividere le idee, di “armonizzarle”, come dice il Papa. Poi l’invito che Francesco ripete nel Laudato si’: di rispettare le ricchezze del pianeta. Lui usa il termine “non saccheggiare“, un’espressione severa e sicuramente adeguata a quello che sta avvenendo da troppi anni con una progressione che sembra inarrestabile. Agire in modo da diminuire le diseguaglianze, che è una indicazione molto umana, concreta che va insieme ad un altro invito che c’è nell’enciclica: “i politici non siano avventati” e che io mi permetterei di tradurre in uno slogan classico dello scoutismo: “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato“.
È ancora possibile lavorare tutti insiemi per costruire il bene comune? Io voglio credere di sì. Faccio mia, timidamente, la definizione che ne dà Papa Francesco: “il buon governo della città (è quello) che la rende bella, sana e accogliente, crocevia di iniziative e motore di uno sviluppo sostenibile e integrale“. Nell’impegno politico vedo questo innanzitutto nella tutela della vivibilità della città e dei suoi abitanti. A Segrate un modo che dovrebbe vedere un’adesione unanime è quella di ridurre il traffico e l’inquinamento. Tempo fa è uscito un rapporto dell’Arpa Lombardia che indicava come la nostra città venisse valutata mediamente una qualità dell’aria peggiore di quella di Milano. I nostri comuni sono attraversati da strade a fortissimo traffico: la Padana, la Cassanese e la Rivoltana e su questo traffico ci è difficile intervenire a livello comunale. Possiamo fare alcune cose: migliorare il trasporto pubblico sia nel breve periodo che nel lungo periodo; nel breve periodo stiamo lavorando perché la stazione ferroviaria di Segrate diventi più importante, sul lungo periodo perché a Segrate arrivi la M4. Poi si può lavorare per incentivare l’uso delle biciclette. E sono cose che la mia amministrazione sta facendo e che sono sicuro vengano condivisi da tanti; non dico da tutti perché ci sono sempre molti che indicano il ben altro che farebbero al posto nostro, ma sono iniziative che fanno pensare al bene comune. Un altro tema riguarda la salvaguardia del territorio inteso come bloccare l’urbanizzazione delle aree utilizzabili a uso agricolo. Io considero questo una misura resa obbligatoria, al di là delle opinioni, dall’indirizzo ormai consolidato di norme a livello nazionale ed europeo contro il consumo di suolo. Quello che stiamo facendo in merito a Segrate sia lavorare per il bene comune, anche se su questo non mancano le critiche.
Occorre cercare di realizzare, tutti, una “buona politica”. Una politica che cerchi di coinvolgere tutti per me significa risolvere un problema di partecipazione; nelle ultime elezioni c’è stato un assenteismo al voto che rasentava in alcune occasioni il 50%, e per recuperare questa disaffezione all’esercizio del diritto dell’espressione democratica occorre forzare in ogni modo la comunicazione con ogni mezzo, il rapporto diretto e veloce con i cittadini perché riconoscano nel amministrazione pubblica un interlocutore disponibile ed affidabile, al di là delle opinioni, delle critiche, delle richieste più o meno ragionevoli. La cultura dello scarto cui fa riferimento Francesco nell’Enciclica Laudato si’ ha a che fare con le diseguaglianze sociali che sono uno dei pesi maggiori per chi amministra un Comune. Un peso, una sofferenza, quando la scarsità di mezzi non mettono in grado di risolvere i problemi di chi giustamente, inevitabilmente chiede l’attivazione di politiche sociali di sostegno. E di converso è una grande gioia tutte le volte in cui le politiche sociali attive funzionano e sono tanti quei momenti. Ne cito solo uno: l’attivazione del Patto del lavoro dell’Est Milano che vede la partecipazione di una cinquantina di comuni di cui Segrate è capofila e che ha l’obiettivo di gestire in modo trasparente le possibilità occupazionali che verranno dall’apertura nel 2021 del Westfield Milan, la colossale area commerciale le cui criticità continuano a preoccuparci ma del quale si devono sfruttare al massimo le ricadute positive.
Trovo che ci sia solo un modo per armonizzare i propri convincimenti personali con quelli degli altri, dentro e fuori le convinzioni politiche personali: parlando, ascoltando e ancora parlando e ascoltando, facendo in modo che il nostro Paese continui ad essere generoso ed accogliente. E noi non smetteremo di farlo.
Ritorno spero per l’ultima volta sulla questione Golfo Agricolo. Pur essendo un inguaribile ottimista non ritengo che quello che sto per scrivere farà cambiare opinione agli avversari della minoranza, soprattutto a quelli del centro destra che, penso, continueranno a sostenere di aver governato benissimo e continueranno a sostenere che noi abbiamo sbagliato tutto o quasi. Ma proprio per questo ne parlo ancora una volta volentieri. La testardaggine del centro destra segratese nel difendere le scelte urbanistiche del quinquennio 2010-2015 fa sì che queste saranno un argomento importante nella campagna elettorale delle prossime elezioni comunali e sono ben lieto, come dire, di tenermi in allenamento. Punto primo: il PGT approvato dal centro destra tra il 2011 e il 2012 (anche con i voti determinanti della Lega Nord) era illegittimo. Lo hanno stabilito due sentenze di giustizia amministrativa: il TAR con la sentenza pubblicata il 27 febbraio 2015, e il Consiglio di Stato che il 28 giugno 2016 ha confermato la parte più sostanziosa della sentenza del TAR. Punto secondo: il PGT sarebbe stato giudicato illegittimo anche se il ballottaggio lo avesse vinto Tecla Fraschini. La sentenza del TAR c’è stata quando al governo c’era il centro destra. La sentenza del Consiglio di Stato, che è del 2016 cioè quando io ero sindaco, ha addirittura ridotto gli effetti della sentenza del TAR sul PGT del 2012, pur confermandone l’illegittimità. C’è una cosa che tengo molto a ricordare, ancora una volta e tutte le volte che ne avrò l’occasione: l’illegittimità del PGT di Alessandrini parte da un documentoche conteneva la famosa falsa affermazione del Comune di Segrate inserito nell’elenco provinciale dei comuni classificati di “rilevanza sovracomunale”. Per aver denunciato questa falsità, io, Gianfranco Rosa e altri siamo stati querelati per diffamazione. Per scrivere la querela l’avvocato Roveda è stato pagato dal Comune con i soldi dei cittadini. Noi siamo stati assolti. Io continuo a domandarmi con che faccia chi votò quella falsa affermazione non chieda scusa, non racconti come è andata, non racconti chi lo convinse ad avvallare un documento di tale importanza nel quale c’era un disegno artefatto, maliziosamente ricostruito o come qualcuno ha sempre detto “taroccato”. Ricordo che la sentenza del TAR del 2015 questa storia la cita e la classifica per quel che è, pur se con termini meno indignati dei miei. La sentenza del TAR ricorda anche che il PGT adottato il 15 luglio 2011 dal Comune di Segrate fu valutato dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 494 del 20.12.2011. Relatore della valutazione fu l’allora assessore provinciale all’urbanistica Fabio Altitonante, recentemente assurto alle cronache nazionali. La valutazione della Provincia di Milano fu allora favorevole al PGT del 2011 e non a caso venne dichiarata illegittima dalle sentenze amministrative di TAR e Consiglio di Stato. Anche se il PGT era partito da quelle basi, anche se il ricorso presentato contro il PGT da Legambiente, WWF Martesana e da 50 cittadini era stato depositato al TAR, la precedente amministrazione accelerò le attuazioni edilizie previste e approvò rapidamente con delibere di giunta i progetti di preverdissement presentati dalle proprietà delle aree interessate. Il ricorso contro il Comune di Europa 2000 che ha chiesto (e con sentenza di primo grado) ottenuto l’ampio rimborso delle spese sostenute per il preverdissement, arriva addirittura a sostenere che fu praticamente costretta a procedere con il preverdissement e cita a sostegno incontri e in particolare una lettera a firma dell’allora assessore Zanoli. In Consiglio Comunale (e su qualche articolo di giornale di parte) ho sentito spesso dire dai consiglieri di centro destra che niente di tutto questo graverebbe sulle finanze comunali se la mia amministrazione nell’approvare la Variante al PGT fosse stata più “costruttiva” nei confronti delle aree del Golfo Agricolo di proprietà di Europa2000. In sostanza, si sostiene, se la nostra Variante avesse previsto adeguata volumetria nel Golfo Agricolo sarebbero venute meno le ragioni della proprietà di rivalersi nei confronti dell’Amministrazione Comunale. Ribadisco con un argomento che è noto. Ricordo che nella Variante in fase di adozione fu prevista una volumetria nel Golfo Agricolo. Molto ridotta ovviamente rispetto al nuovo quartiere previsto dal PGT del 2012, un quartiere con palazzi, centro commerciale, albergo, destinato ad ospitare oltre 3000 residenti. Tuttavia avevamo strategicamente previsto una volumetria proprio per tutelarci dalla possibilità del successo di un ricorso da parte della proprietà. Ma questo fu cassato dalla valutazione della Città Metropolitana del 14 dicembre 2016 nella quale è scritto testualmente: “Alla luce della Sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le previsioni del precedente PGT relative al (…) “TR Golfo Agricolo”, l’ambito così come definito, seppur prevede una riduzione delle superficie fondiarie e della densità edilizia, configura nuovo consumo di suolo (…) in aree verdi (…) caratterizzate da un elevato valore ecologico, paesistico e ambientale. Ricordando che Segrate non ha attuato (…) le condizioni necessarie perché gli strumenti urbanistici possono introdurre incrementi del Territorio Urbanizzato (…) si evidenzia che il PGT non può prevedere ambiti che si configurano come nuovo consumo di suolo“. Fine della discussione. Non solo nei confronti del Golfo Agricolo abbiamo fatto quello che come linea politica intendevamo fare, ma ci venne dette da una autorità sovraordinata che noi non potevamo fare diversamente. Tuttavia abbiamo approvato una delibera che riconosce un importante debito fuori bilancio, accantonando dei soldi che sarei ben stato lieto di utilizzare altrimenti a favore della nostra città. Noi siamo molto arrabbiati per questo. Starà alla Corte dei Conti, alla quale questa delibera sarà inviata, stabilire se vi sono delle responsabilità contabili a riguardo dei costi che stiamo e dovremo sostenere se la sentenza favorevole ad Europa2000 verrà confermata in tutta o in parte nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità politica però io la vedo chiaramente. La vedo in quell’area politica, ancora oggi rappresentata e difesa in questo Consiglio Comunale che in un momento di crisi economica globale nel 2011 volle progettare una crescita edilizia tale da far diventare Segrate una città da oltre 50.000 abitanti. In piena crisi economica una ipotesi del genere era non solo deleteria, direi criminale, dal punto di vista ambientale, ma assurda dal punto di vista economico. Eppure ci fu chi la pensò e chi la votò, approvando anche false attestazioni e documentazioni artefatte. Eppure ci fu chi spinse la realizzazione del preverdissement nonostante fosse pendente il ricorso al TAR. La responsabilità politica di chi fece tutto questo mi sembra evidente. Se venisse riconosciuta anche una responsabilità contabile sarebbe anche una restituzione alla nostra città e ai cittadini contribuenti, una restituzione giusta e doverosa.