Stage retribuiti con 400 euro lorde al mese. E l’introduzione di misure di vigilanza che potrebbero portare a multe dai 1000 ai 6000 euro nei confronti delle aziende che non dovessero rispettare questo minimo salariale. Questa la proposta approdata ieri in Consiglio Regionale bocciata dalla maggioranza Lega-Pdl, su indicazione dell’assessore alla Formazione e al Lavoro Valentina Aprea. Perché anche la Lombardia dovrà adeguare le proprie leggi in materia di disciplina dei tirocini come già fatto, ad esempio, dalla Toscana. E il tempo stringe, perché la scadenza è fissata a luglio. Il primo passo lo si sarebbe potuto fare ieri mattina quando sui banchi dell’aula è approdata una mozione urgente, firmata dal Pd e dal Patto Civico di Ambrosoli, che chiedeva l’impegno della giunta Maroni a recepire le norme approvate il 17 gennaio scorso in sede di Conferenza Stato-Regioni. E su questo, nonostante il no alla mozione motivato con la volontà di trovare prima una convergenza sulle cifre con le realtà associative di settore e le aziende che vivono grossi momenti di difficoltà, noi continueremo a fare pressing.
L’approvazione di questa normativa significa far vedere che la Lombardia funziona. Dico anche che non è solo un problema di contenuti sui quali pure si possono fare riflessioni, una per tutte, il compenso lordo minimo. E ricordo che stiamo parlando di un confronto tra tre, quattro o cinquecento euro lordi al mese. Ma stiamo parlando di lavoro. Di persone senza un’occupazione che cercano un’opportunità formativa. Penso in particolare ai giovani ai quali dobbiamo poter dire: “abbiamo pensato a voi senza perdere un minuto ben sapendo dell’urgenza delle vostre attese“. Il precariato è tuttora lo stato lavorativo di tante persone anche adulte che conosco. All’interno di questa condizione lo stage ha una sua dignità particolare, anche se molto travagliata come sappiamo tutti.